Le mani sull’outdoor

L’ennesimo tentativo di monopolizzare le professioni dell’outdoor

Da uno scarno comunicato stampa del CONAGAI relativo al disegno di Legge  n.194 sulle professioni dell montagna, apprendiamo che “Le Guide alpine Italiane non sono state coinvolte nella stesura di questo disegno di legge e non ne sono promotrici”. Il comunicato prosegue affermando che l’articolo n. 1 di detto ddl non va a creare una nuova figura professionale ma “semplicemente “ ne modifica una già esistente, quella di Accompagnatore di media montagna, cambiandone il nome in “Guida escursionistica di montagna” e inquadrandone l’attività come già faceva la legge 6/89, “con alcune specifiche aggiuntive”.

La dichiarazione di presunta estraneità del CONAGAI al ddl 194 ci sembra, a dir poco, umoristica. Le guide, oggi, sembrano disposte a passare per una categoria di ingenui. Forse perché dietro l’apparente, poco credibile, estraneità, si cela, invece, la natura scaltra e lobbistica di chi vuole fare man bassa dell’intero mercato outdoor? Oggi ingenui, per evitare, domani, di doversi interfacciare con le molteplici realtà che rischiano di sparire, potendo così scaricare sul legislatore tutta la responsabilità del caso?

Quello che è certo è che con questo comunicato, deliberatamente, le Guide Alpine tentano di sminuire l’impatto che l’approvazione del ddl avrebbe non solo sulla professione della Guida Ambientale, ma anche su quella di altre due figure “create” dal ddl stesso e sottaciute dal CONAGAI, ovvero il Maestro di arrampicata e la Guida canyoning. Tutte e tre le professioni sono già esistenti (in forme diverse rispetto al ddl) e inquadrate nell’ambito della legge 4/2013. Se il ddl 194 diventasse legge la formazione di queste 3 figure (e quella di Guida vulcanologica) passerebbe in capo alle regioni e ai collegi regionali delle guide alpine, presso i quali si dovranno istituire i relativi “elenchi speciali” dei professionisti abilitati. Una roba da medioevo, in pieno conflitto con le norme sulla concorrenza.

Il ddl ha inoltre un potenziale impatto anche sull’attività degli istruttori FASI e su quelli delle tante altre realtà associative che operano indoor e outdoor, dalla UISP, allo CSEN, al CAI, dal momento che sono le Guide “a individuare le aree in cui è consentita l’attività di maestro di arrampicata”.

Ci domandiamo per quanto tempo ancora dovremo assistere ai tentativi delle Guide alpine di difendere un interesse corporativistico e del tutto anacronistico, ignorando le notevoli competenze e capacità che negli anni si sono sviluppate lontano dal loro cerchio magico. Per quanti decenni ancora (sono già almeno 30) un gruppetto di circa 1200 persone dovrà tenere congelato un mercato che conta centinaia di migliaia di praticanti in tutta Italia, tra escursionismo, arrampicata, canyoning, e in cui già operano, a vario titolo, migliaia di professionisti che il CONAGAI si ostina a non voler riconoscere? Per quanto ancora riusciranno a nascondere sotto la coperta di una presunta “regolamentazione delle professioni montane” il tentativo di monopolizzare la formazione di queste figure e il conseguente profitto che ne deriverà?

Per quanto riguarda IAMAS, in particolare, parliamo dell’unica associazione specializzata nell’insegnamento professionale della tecnica e della didattica dell’arrampicata, Metodo Caruso, un aspetto che non è di competenza delle Guide Alpine e che, quindi, non può essere posto sotto il monopolio di chi, per legge, si occupa di argomenti differenti. Sarebbe un clamoroso non senso! Le guide alpine accompagnano i clienti nelle attività di montagna e non è assolutamente possibile, e neanche giusto legislativamente, che una categoria che ha la sua specializzazione diventi l’ente formatore di professionisti diversi. Sembra proprio che le guide non riescano a capire che le competenze di chi insegna la tecnica dello sport sono totalmente diverse rispetto a quelle dell’accompagnamento. Infatti, anche nelle modifiche proposte dal decreto, il Maestro di Arrampicata è descritto come una figura che “accompagna e addestra” le persone in arrampicata. I Maestri di Arrampicata Sportiva IAMAS, invece, le formano, ovvero cercano di renderle capaci, competenti e consapevoli. Due attività evidentemente e completamente differenti, che non possono e non devono essere confuse tra loro.

In conclusione, confidiamo che chi dovrà decidere, primo fra tutti chi ha presentato il decreto, la relatrice e i membri tutti della VII commissione del Senato in cui il ddl è in discussione, il Ministero del turismo, affinché diano voce non solo alle Guide ma anche alle innumerevoli realtà del paese che operano con serietà, da tanto tempo, nei settori impattati da questa proposta.

Sullo stesso tema, condividiamo volentieri l’articolo uscito ieri su Pareti.